giovedì 30 dicembre 2010

E' Natale, è Natale...

...gli uccellini sbatton l'ale! E così via, ma lasciamo perdere la simpatica canzoncina natalizia e diamoci a un breve resoconto dei nostri 3 giorni in Italia.
Il 23 viaggio con la sempre scoppiettante Livia, che non si lascia certamente fermare da un raffreddore e tra bus e aereo fa amicizia con una signora che le racconta la storia della sua vita, una hostess con la quale organizza serate "di caccia" e uno steward da "chi cojo, cojo" che vorrebbe indurla in tentazione. Mitica!
A Bergamo non c'è Paola, sorella di Elisa, perché bloccata dal maltempo a Bruxelles. Purtroppo nessuno dei molti tentativi di venire giù funzionerà e la nostra sarà costretta a restare a casa in quel Belgio che si blocca per un po' di neve.
Il 24 è il giorno dei saluti: più persone possibile in meno di 12 ore. A fine giornata saremo stremati, ma molto contenti, alcune delle persone incontrate, in ordine sparso: Nicoletta, Marco, Alberto, Fabio, Francesca, Polda, Elena, Matteo, Fabio, Alessandra, Marco, Laura, Tanja, Marta, Serena, Alessia, la Mitica, Elena, Ricky, Simona, Milena, Chiara, Carla, Maurizio, Andrea, Bruna, Chiara, Betto, Ottimo Massimo (bis), Erika, Ivan, Lua, Valentina, Barbara, Moreno, Alice, Filippo, Andrea e probabilmente ne dimentico qualcuno...
E poi arriva il Santo Natale, che ci porta sostanzialmente a mangiare come dei porci. A pranzo dalla famiglia di Eli a Casella, in 10. La sera con la parte paterna della mia, in più di 30. In entrambe le occasioni sono dovuto ricorrere più volte a limoncino e grappa per "sturare" il mio stomaco e continuare a mangiare le mille cose squisite che mi trovavo davanti.
Il 26 ci ha separato: Elisa dall'altra nonna, io a casa con la famiglia di mia madre. Risultato: altra notevole quantità di cibo ingurgitato. Siamo riusciti a salutare ancora un paio di amici e poi ci siamo messi dietro alla valigia, ovviamente riempita di regali!
All'alba delle 3.30 ci siamo messi in viaggio alla volta di Orio al Serio. Arrivati in aeroporto la simpatica sorpresa: il nostro volo, previsto per le 6.45, era dato in partenza alle 16.30! Varie vicissitudini hanno poi fatto sì che la partenza fosse... beh, voi spererete che ora vi dica "anticipata". E invece no, alla fine siamo decollati alle 17.45. Solo 11 ore di ritardo, una dose di stanchezza e scomodità notevoli e pure una giornata di paga persa.
In compenso ho incontrato qualche conoscente anche lì, per non farmi mancare niente!

Beh, l'importante alla fine è essere tornati a casa dove la Pulce ci aspettava con ansia: son 3 giorni che è supercoccolosa, incredibile!
In un certo senso fa effetto pensare che ci venga naturale pensare a Stoccolma come "casa" già ora. Però ho fatto attenzione a come ci siamo espressi mentre eravamo in Italia e ho avuto la conferma che casa nostra è qui oramai. Con buona pace di molti e con gioia di altri.
Auguri a tutti!

Ps: ci avrebbe fatto un enorme piacere salutare molte più persone, ma 3 giorni sono davvero pochi e Natale non è poi il periodo più indicato. Spiace non poter abbracciare tutti, ma speriamo che capirete. Per stavolta facciamo un abbraccio virtuale, ok?!

martedì 14 dicembre 2010

Moderazione

A Genova siamo abituati a leggerlo.
Purtroppo d'ora in avanti funzionerà così anche su entrambi i blog. Mi dispiace perché preferivo fidarmi di chi commenta, specialmente degli amici, ma la situazione stava diventando antipatica.
Capitemi :)

domenica 12 dicembre 2010

from Boffardi

Linko il post di Mauro per semplicità.

Aggiungo, per chi avesse letto solo i giornali italiani, che non è vero che ora è "terrore a Stoccolma". Più tardi aggiungo un paio di considerazioni al riguardo.
Ora via, Julbord (pranzo di Natale) con un sacco di bella gente!

giovedì 9 dicembre 2010

l'incubo infinito ... migrationsverket

Oggi nuovo giramento infinito a causa dei nostri fantastici amici dell'immigrazione...
Arrivata a casa una trovo sullo zerbino una bella busta a mio nome? Cosa conterrà? Adesso ve lo racconto ma prima una piccola parentesi...

Circa due mesi fa andiamo all'immigrazione carichi di papiri per ottenere i permessi di residenza permanente in svezia.
Tralasciando i dettagli :
Dd: "Salve! Io lavoro e pago le tasse, questo è il mio contratto, posso rimanere qui?"
Sig: "Sì, dammi i tuoi papiri e ti arriverà una lettera a casa"
Eli: "Viviamo insieme (sambo), io studio a Sfi e cerco lavoro, posso rimanere qui anch'io?"
Sig: "Sì, metti i tuoi papiri in quella cassetta e ti arriverà una lettera a casa"
La lettera di Davide arriva dopo varie settimane grazie anche ad una serie multipla di telefonate, ma per lo meno arriva. E qui torniamo all'inizio...

La mia lettera arriva oggi e cosa dice? Indovina, indovinello...
Che non possono farmi avere un permesso di residenza perché non hanno il mio certificato di matrimonio e la sua relativa registrazione in Svezia... e il tutto deve arrivargli entro una settimana...
EEEEEEEHHHHHHHH?!?!?!?!?! E chi ha mai parlato di matrimonio?!?!?!
Ma la signorina allo sportello che ci stava a fare?

Si accettano suggerimenti per chiudere questa storia... e che nessuno venga a dirmi che devo sposarmi, per favore!