sabato 17 dicembre 2011

Äntligen!!!

Finalmente!!!
Dopo settimane di annunci, titoloni, avvisi e allerte, tutti rivelatisi poi sbagliati, è finalmente arrivata la neve!
Stamattina ci siamo svegliati con dei grandi fiocchi che han deciso di restare a farci compagnia. Ormai è ben più di un'ora che nevica e il nostro terrazzo si sta imbiancando.

La strada e i giardini dietro casa
La Pulce non pensa neanche un po' a uscire, per ora. Chissà se si ricorda la neve dell'anno scorso, quando aveva solo un piccolo balcone a disposizione... Io scommetto che appena smette di nevicare tornerà fuori a litigare coi gatti del vicinato.
Ma come mai nevica solo ora, si chiederà qualcuno?! Beh, perché le temperature sono state decisamente molto sopra la media. Finora siamo scesi sottozero pochissime volte di giorno e qualche notte. Tanto che non c'è stato bisogno di tirare fuori abbigliamento pesante. Pensate che la foto qui sopra l'ho fatta a piedi scalzi.

Ecco le prove!
Questo clima poco invernale ha colto di sorpresa anche i nostri ospiti delle ultime settimane (siamo sempre con mille cose da fare, ecco perché il lungo silenzio).
Prima mia sorella e fidanzato, poi gli zii e la figlioccia di Elisa. Tutti sono stati da noi, potendo ammirare i lavori in corso in ingresso e permettendoci di testare il nuovo divano letto.
Persone diverse, giri diversi, esperienze diverse.
Con Francesca e Andrea siamo stati da Bröderna Olssons, un ristorante dove TUTTO è a base di aglio: antipasti, carne, pesce, pasta, piatti vegetariani, dolci e birra. Davvero ottimo, se vi piace l'aglio.
I parenti di Elisa hanno invece avuto l'occasione per testare lo Julbord in grande stile, in quanto siamo andati a Fjäderholmarna per il secondo anno consecutivo. La mancanza di neve e ghiaccio sul ponte del traghetto ci ha risparmiato cadute e ha permesso di fare qualche esperimento fotografico (molto, molto banale):

Il soggetto mi piace un sacco!
E' interessante osservare come, per me, la distanza abbia cambiato la forma dei rapporti personali, che però hanno guadagnato sostanza. E come sia utile vedere il paese che ormai chiamiamo casa attraverso gli occhi di altre persone. A questo proposito riporto qui alcune righe che Andrea, il fidanzato di mia sorella, ci ha mandato in seguito al loro viaggio:

-La luce di Stoccolma, la prima cosa che mi ha colpito. La luce preziosa di una stagione avara di luce; quella che emana, calda, dalle case; da ogni casa, a salutare me viandante. Quella tagliata del sole basso. Sfacciata come il vento freddo.
- Le mille facce, occasioni, cose offerte dalla città. Moltiplicate mille. E ancor di più.
- E i mille modi e mondi di cibo diversi. Dal mercato con zuppe e salmoni, ai caffè caldi di spezie e canti inaspettati. Dall'aglio allo Julmust. Dalle verdure di Davide all'aringa sul molo.
- La straordinaria differenza di un posto che non mi sembrava così lontano.

martedì 1 novembre 2011

Di appartamenti e dintorni

Sono ormai 4 mesi che abbiamo comprato casa e mi sono reso conto di non aver scritto un granché di come funzioni qui in Svezia.
Come sono andate le cose? Considerato che vivere in subaffitto, con contratti di sei mesi in sei mesi, non sia proprio il massimo, già all'inizio dell'estate abbiamo iniziato a guardarci in giro e a considerare la possibilità di comprare un appartamento.
La scelta riguardante zona e dimensioni era abbastanza limitata, per motivi di prezzo. Così abbiamo iniziato a monitorare le agenzie immobiliari e a partecipare a diversi "visning" (momenti in cui l'abitazione in vendita è aperta a tutti), giusto per farci un'idea. Contemporaneamente ho iniziato a sondare le banche per verificare la possibilità di fare un mutuo. Dopo esserci fatti buttare giù da parecchi "no", la da-tutti-odiata Nordea ci ha dato l'ok.

Da lì in poi è iniziata la caccia seria, in particolare nella zona nord della città, attorno a Jakobsberg e Kallhäll. Alla fine di giugno troviamo un annuncio interessante, ma non possiamo andare al visning. Così scriviamo all'agente e otteniamo una visita solo per noi. Le foto, la posizione e il prezzo di partenza ci ispirano parecchio, non fosse che non ci sono immagini del bagno...
Venerdì 1 luglio alle 8 entriamo a vedere l'appartamento e ci passiamo una buona mezz'ora esplorandolo a fondo. Il bagno, con nostro grande sollievo, è ben più che ok, così come tutte le stanze. L'asta è già cominciata e il prezzo è ovviamente salito, ma è ancora alla nostra portata. C'è da pensare e decidere molto in fretta.
Si discutono i pro e i contro, si ragiona su tutto e anche di più, ma alla fine decidiamo che quest'asta s'ha da fare!
E così nel pomeriggio comincia il circo, che avevamo già vissuto, dei rilanci via sms o telefonata. Quando il prezzo sale troppo (secondo noi) ci fermiamo. Peccato, questa volta eravamo vicini, ci diciamo. 

Ed ecco che accade l'imprevedibile: mi chiama l'agente e mi spiega che il vincitore dell'asta ci ha ripensato e si è ritirato. Vengono cancellate le sue offerte, il prezzo scende e ora sta a noi. Se decidiamo di offrire l'appartamento è nostro. 
PANICO!!! 
Chiamo Elisa e considerato che avevamo già offerto di più buttiamo lì il nostro ultimo piccolo rialzo.
Ok, respira, hai appena comprato casa. In Svezia. A Stoccolma. Cioè, più o meno, un po' fuori città. Niente metro, ma pendeltåg.
Sabato 2 luglio alle 9 siamo dall'agente e firmiamo. Il contratto verrà definitavemente chiuso al nostro ritorno dalle ferie, nella seconda metà di luglio. La gentile figlia della padrona riesce a liberare l'appartamento prima del previsto e il 10 di agosto ci si vede in agenzia per bonifico e consegna delle chiavi.

Nel mezzo ci sono state ovviamente un po' di pratiche da sistemare, il mutuo su tutte, ma nel complesso le cose sono andate via facili facili. Nessuna sorpresa, nessuna spesa aggiuntiva oltre al prezzo dell'appartamento per quel che riguarda l'acquisto. 
Trovare casa non è stato facile, ma comprarla è stata una cosa veloce (25h), semplice e, tutto sommato, indolore.
Le spese sono state sostanzialmente: l'immobile (o meglio: il diritto di abitarci=bostadsrätt) e la quota di associazione alla bostadsrättsförening. Quelle di eventuali allacci e/o attivazioni (di solito solo internet, tv e luce) sono arrivate con la prima bolletta.
Il costo mensile (paragonabile a grandi linee alle spese di amministrazione) è forse più alto che in Italia, ed è quota fissa. Ma questa, nel nostro caso, copre riscaldamento, acqua e tv, oltre a eventuali spese per lavori di condominio. Nessun condomino deve mai sborsare un sacco di soldi tutti insieme per rifare la facciata: la spesa è sostenuta dalla bostadsrättsförening che può, a fronte di spese maggiori, aumentare la quota mensile. Questo è quello che succederà a noi, visto che è previsto il rifacimento delle colonne dell'acqua e quindi di tutti i bagni. Con ogni probabilità a noi toccherà nel 2013, abbiamo tempo per prepararci al delirio e magari organizzarci una vacanza...

Appena firmato l'atto siamo venuti subito a vedere cosa la signora aveva lasciato per farci un'idea di cosa ci sarebbe servito. Beh: un letto, un tavolo da pc, il tavolo da cucina e 4 sedie è tutto quello che abbiamo dovuto comprare per venire a vivere qui.
I vecchi mobili dell'ex proprietaria fanno il loro onesto lavoro, anche se un pochino alla volta li cambieremo. Così come toglieremo la tappezzeria esistente per dipingere o metterne su di nostro gusto. La primavera prossima poi ci sarà da pulire e ravvivare il legno dell'altana, così da godersi ancora di più il tavolo e le sedie all'aperto nelle lunghe e luminose serate estive.
Mmmhh... adesso che rileggo mi rendo conto che ci siamo adattati in fretta. Sarà un bene?!

domenica 16 ottobre 2011

Di corsa e di meteo e di cioccolata

Approfitto del buon risultato della mia ultima (?!) corsa stagionale per dire che no, non siamo morti, e dare qualche aggiornamento sul meteo e su come va qui.
Intanto la corsa: 10km molto piatti, a Hässelby, con una bellissima giornata. Più tranquillo del solito, avevo l'obbiettivo di scendere sotto i 45'. Correre pagando, dice Björn, è una follia, ma il vantaggio è che si impara a gestirsi meglio e poi la competizione da quel qualcosa in più per il quale spendo volentieri qualche corona. Oggi il fan club era rappresentato solo dalla presidentessa/fondatrice/tessera n°1 nonché mia stupenda compagna, Elisa. Sapendo che, nonostante il sole e i 9°C presenti, la nostra avrebbe patito un poù il freddo ho cercato di concludere la gara in fretta. Così ho chiuso con un soddisfacente 43'50"!
L'obbiettivo è raggiunto, ma un obbiettivo non è un traguardo, quindi si prosegue, il 2012 e le sue gare è molto più vicino di quanto non sembri...

Il sole, dicevo. Eh sì: l'autunno è stato finora davvero fantastico! Fino a una decina di giorni fa correvo in maglietta e pantaloncini. A inizio ottobre eravamo ancora sui 15-18°C, poi le temperature sono scese e ora di giorno siamo sui 9, però c'è spesso un bel sole che scalda ancora.
I metereologi parlano di un inverno più caldo degli ultimi due, speriamo bene. Questo ovviamente stimola le già numerosissime speculazioni sul tempo che farà degli svedesi: come saprete il meteo è forse l'argomento di conversazione preferito dei gialloblu.
Io, da par mio, spero soltanto che non nevichi proprio tantissimo, così che i treni non portino ai pesanti disagi degli anni scorsi e che mi sia possibile correre per larga parte dell'inverno. Ah: e che continui a splendere il sole come ha fatto oggi il più a lungo possibile!

E la cioccolata?! Beh, questo weekend c'era Chokladfestivalen a Nordiska Museet e non ce lo siamo fatti scappare.
Così abbiamo passato 3 ore con Gib, Paolo, Roberto e Paola ad assaggiare cioccolata. Molti assaggi sono stati ripetuti più e più volte, chiaramente. La fiera è grande e erano presenti cioccolatai e pasticcieri da diverse parti d'Europa, ma la maggior parte arrivavano dalla Svezia. Ora mi direte che sai che roba, che in Italia c'è Eurochocolate e blablabla, oh! bene, qui noi ci accontentiamo di praline ai gusti più strani:


Ovviamente non abbiamo solo guardato e mangiucchiato (si fa per dire), ma abbiamo anche acquistato. In cucina mi attende una tavoletta di cioccolato fondente 100%! La signora che me l'ha venduta mi ha ripetutamente chiesto se ero sicuro di volerla comprare, che è l'unico tipo che non le piace. Vi saprò dire...

Per oggi è tutto, avrei dovuto stappezzare, ma il blog si sentiva troppo trascurato.

giovedì 1 settembre 2011

Capita, da immigrato.

Però, indipendentemente da quanto uno cerchi di essere preparato, è una bruttissima sensazione.
L'altro ieri sono stato vittima, per la prima volta, di un attacco razzista che mi ha turbato parecchio. Essendo avvenuto al lavoro non posso scendere troppo nei dettagli, ma in sostanza un cliente mi ha insultato in quanto del sud Europa, dicendo che il problema ero io e la mia provenienza.
La cosa mi ha scosso a tal punto che c'è voluto un bel po' perché smettessero di tremarmi le mani dal nervoso...
Nel lavoro di sportello, in un posto stressante come Centralstationen e a contatto con un sacco di gente sempre di corsa si mettono in conto incontri poco simpatici. L'ambiente è poi multietnico ed era già capitato di sentire insulti di carattere razzista. Ma esserne vittima cambia non poco la questione.
Mi ritengo antirazzista e difficilmente sono in grado di non arrabbiarmi o di starmene zitto quando sono testimone di episodi di razzismo o ne leggo. Decidendo di emigrare avevamo ovviamente preso in considerazione il fatto che per quanto europei e per quanto potessimo essere bravi a parlare la lingua, saremmo sempre stati degli immigrati italiani in Svezia. Eppure, quando arriva la prova dei fatti, non si è mai preparati abbastanza.
L'incredibile dose di nervoso che mi sono fatto non è dovuta solo al fatto che sono stato attaccato personalmente in quanto proveniente dal sud Europa e italiano (il mio nazionalismo è quasi pari a 0), ma anche perché ho capito più profondamente quello che tanti amici immigrati mi avevano raccontato. Hai voglia a convicerti che sì, capisci quanto sia pesante essere fermati decine di volte solo perché scuri di pelle oppure cosa significhi essere insultato in quanto sudamericano o ancora essere deriso per l'accento. Niente è più vero del vero e finché non provi certe cose sulla tua pelle non puoi capire, ma solo provarci. E così l'altro ieri ho capito e la mia rabbia è stata amplificata da quella di tanti altri, dalla rabbia che mi provocano ignoranza e stupidità, radici del razzismo.
Il fatto che mi sia incavolato così tanto non toglie niente alla consapevolezza che ci eravamo preparati bene prima di partire. Eravamo ben consci dei rischi e delle difficoltà incontrate e che un po' continuiamo a incontrare. Siamo partiti all'avventura sotto alcuni punti di vista, ma i mesi di discussione ci hanno sempre fatto rimanere con i piedi per terra e ci hanno anche fatto maturare.
 Che quel cliente in particolare si sia rivelato essere non proprio in bolla importa poco ai fini delle considerazioni di cui sopra.
Ora si tratta solo di cercare di elaborare la cosa in positivo e di trarne una lezione: partire, emigrare non è un gioco, non è una cosa che si fa a cuor leggero. Presenta rischi e ostacoli a volte notevoli.

Ma quel che è successo è il passato e ora si va avanti, ché ci sono scatole da aprire e lavori da fare nel nostro appartamentino! Le tante e gradite visite che sembrano susseguirsi senza soluzione di continuità influiscono sulla tabella di marcia, ma c'è tempo.
Lo scorso weekend sono stati qui i genitori di Elisa: abbiamo passeggiato, girato la città, chiacchierato, mangiato (un sacco!!!) e persino raccolto funghi, attività che non ha ovviamente reso Elisa felice...




domenica 21 agosto 2011

E con questo son 4

Parlo dei traslochi. Oggi facciamo il quarto in 13 mesi.
Però poi basta per un po', visto che ci trasferiamo nel nostro appartamento!
Siamo ancora in mezzo a scatoloni fatti, zaini pieni e scatole in via di riempimento. Ieri noi e altri abbiamo aiutato il Boffardi a trasferirsi nella sua nuova casa, oggi riceveremo aiuto (e useremo il furgone che Mauro ha affittato): un tipico esempio di solidarietà tra immigrati!
Io sono stanchissimo, è stata una settimana decisamente incasinata: sia sul lavoro che qui, tra preparativi e giovani imbecilli che una notte hanno pensato bene di sfondare il vetro del portone con un sasso. Il troppo benessere rende la gente stupida, a volte.
Parte del trasloco sarà anche andare all'IKEA a comprare alcune cose che ci servono, tipo il letto. E poi inizierà il bello: mettere su casa! La mia fortuna (?!) è che Elisa ha un gran gusto e ha fatto l'arredatrice. Così nei giorni scorsi si è esercitata un po' e ha disegnato, arredato e renderizzato l'appartamento sul suo Mac. Ho avuto anche la possibilità di dire la mia, peccato che poi mi sia accorto che le mie modifiche non erano il massimo. E comunque qualcuno le aveva già prese in considerazione e scartate proprio per gli stessi motivi miei...
Vabbé, se non andasse bene ho già il mio futuro coinquilino: Davide di Liv i Stockholm!
A proposito: don't you know that the bird is the word?

A dopo il trasloco per qualche notizia in più e qualche foto!

domenica 7 agosto 2011

Anniversari

e 1+31 e 1+2...

Questa settimana è stata intensa dal punto di vista delle giornate importanti.
In particolare sono 3 le date significative nel giro di otto giorni:
- la prima è stata il 31 luglio, domenica scorsa. Esattamente un anno prima era cominciata la nostra avventura in quel di Stoccolma. Arrivammo infatti qui il 31 luglio 2010 in camper con la Pulce e un po' di scatoloni al seguito. Senza lavoro, senza sapere dove avremmo dormito da metà agosto e però felici e carichi di energia per la nuova avventura.
- la seconda è caduta martedì 2 agosto. E' il compleanno di Elisa. 32 anni portati benissimo, nonostante quel rompiballe (io...) che ha scelto di portarsi appresso. Abbiamo degnamente celebrato cenando all'Akkurat, dove la festeggiata si è scofanata un chilo di muscoli!
- la terza è oggi, 7 agosto. E' infatti il nostro anniversario, 3 anni fa nasceva questa strana coppia composta da un lui un po' rimbambito e da una lei che si fa rimbambire, ma che bada che tutto funzioni. Il libraio (ormai ex) e la divoratrice di libri. Lo smemorato e la memoria di ferro.

Una settimana importante per la nostra storia, che onoreremo mercoledì, quando riceveremo le chiavi del nostro nuovo appartamento.

ps: abbiamo in testa di aggiornare i blog un po' più spesso, ma riceviamo un sacco di visite (graditissime) e questo non ci permette di scrivere quanto e come vorremmo. Non vogliatecene!

domenica 24 luglio 2011

Utøya 2011

32 anni, la mia età.

Cresciuto in uno dei paesi col più alto Indice di sviluppo umano nel mondo. Sanità, istruzione, previdenza sociale... Forse non il clima migliore, certo, ma viaggiare per la nostra generazione non è certo un problema.

Eppure decidere, poco più che ventenne, chi avrebbe dovuto pagare. Chi avrebbe dovuto scontare una colpa che nessun altro riconosce.

Dei ragazzini. 15, 18, 20anni, poco importa.

Pensare, programmare e mettere in pratica l'esecuzione di 500 e passa ragazzi. Camminare con calma per più di un'ora sparando a tutto quello che ancora si muove.

E' qualcosa che non riesco ad immaginare, eppure non posso fare a meno di pensarci.


Foto: Utøya 09 - Arbeidernes Ungdomsfylking

domenica 3 luglio 2011

Un anno fa fu una festa...

...quella che ebbe luogo alla Castagnola per salutare amici e parenti prima della nostra partenza.
Per dritto e per rovescio arrivarono quasi un centinaio di persone e fu una cosa bellissima e commovente vedervi tutti.
Fu importante anche per la fiducia che ci trasmetteste e che tuttora ci da forza in questa avventura. Indimenticabile l'ovazione per mio padre quando a tarda notte, in un caldo tremendo, tirò fuori le scatole di ghiaccioli. E poi i sorrisi, le chiacchiere, le vivande (mamma mia quanta roba arrivò) e i regali. Uno, molto apprezzato, fu l'altro blog sul quale ieri ho deciso di dare la notizia dell'acquisto della casa.
In questo primo anno abbiamo anche avuto un bel po' di visite: un rapido calcolo di Elisa porta il totale a 24 persone. Presto se ne aggiungeranno altre e speriamo che continuino ad aggiungersene. Una volta attrezzato il nostro appartamento speriamo di poter offrire anche una più comoda ospitalità (finora si è trattato di un materasso in terra...) a chi verrà a trovarci.
Domani torniamo in Italia per la prima vacanza "lunga": 8 giorni in cui dovranno trovare spazio saluti alle famiglie, agli amici, un matrimonio a Torino e magari un pochino di relax.
Non sappiamo se riusciremo ad aggiornare i blog (e sai che novità), ma di certo lo faremo al nostro ritorno!

martedì 21 giugno 2011

Alcune differenze (?!)

Sotto uno splendido temporale estivo che sta sparendo velocissimo, così come in uno zic era arrivato, scrivo qualcosa di vagamente provocatorio che però può dare un'idea di alcune differenze tra Svezia e Italia.
Ieri era la giornata mondiale del rifugiato e mi è capitato, per caso, di scoprire che a Centralstationen l'UNHCR aveva allestito una tenda come quelle usate nei campi dei rifugiati.
Così prendo e mi butto in metro, una visita per soddisfare la mia curiosità è sempre meglio di restare spaparanzato sul divano a far niente...

La tenda è fatta per ospitare di norma una famiglia, 5 persone, ed è dotata di una piccola cucina. Non è grande, per niente, e spesso i profughi ci rimangono per periodi molto lunghi.
Un sacco di volontari distribuivano materiale informativo, illustravano le nuove statistiche sui rifugiati nel mondo (il paese con il più alto numero di profughi interni è la Colombia, lo sapevate?) e cercavano di coinvolgere più persone possibile.
Sulla sinistra della tenda si può notare il chioschetto "Nödproviant" (rifornimento di emergenza) dove era possibile assaggiare le piccole barrette proteiche usate per dare energia alle persone in fuga, quasi sempre provate da lunghi giorni a camminare in condizioni climatiche provanti.
A completare il tutto c'erano due schermi su cui venivano mostrati dei video con testimonianze di rifugiati, non facili per chi ha lo stomaco debole o un minimo di coscienza...

Ma dove sarebbero, direte voi, le differenze???
Beh, un po' da stronzo quale sono ho pensato di controllare se ci fosse qualche attività simile pubblicizzata sul sito italiano dello UNHCR. Ebbene:

Per celebrare questa importante ricorrenza l'UNHCR, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, organizza una conferenza a Roma per il prossimo 20 giugno alla presenza del Presidente dalla Repubblica Giorgio Napolitano e dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati António Guterres.


Ore 15,45 - Palazzo Rospigliosi, via XXIV Maggio 43 Roma.

Durante il corso della conferenza verrà proiettato il video "La loro storia è la nostra storia. Da 60 anni al fianco dei rifugiati".

Per ragioni di limitata capienza e di sicurezza è possibile partecipare solo su invito.

Si noti il sottolineato, a mio parere sintomatico del carattere molto italiano tipico di molte celebrazioni di questo tipo.
Non ho idea se in giro per lo stivale si siano svolte altre iniziative e, nel caso, quali. La mia osservazione un po' polemica nasce dalle notizie presenti sui siti ufficiali svedese e italiano e vuole marcare una differenza nell'approccio a questioni così importanti che mi era già capitato di notare in passato.
E' solo un esempio e so bene che ci sono migliaia di iniziative in Italia, magari non sulla questione rifugiati, che non trovano lo stesso spazio qui al nord. Però ieri ho letto della tenda e la prima cosa che ho pensato è stata: "In Italia se va bene c'è una conferenza per pochi..." e ci ho dato, purtroppo.
La Svezia, va comunque ricordato, ha una politica di asilo che in Italia non possiamo neanche sognare, visto che ci siamo inventati i CIE (ex CPT) che sono una delle cose per cui mi vergogno dell'Italia. Il vento sembra star cambiando un pochino anche qui, ma speriamo che le tante spinte democratiche provenienti da tutti i livelli aiutino ad andare nella giusta direzione.
In ogni caso è utile e interessante il Rapporto annuale UNHCR.

PS: domattina vedo di fare un passo a Kungsträdgården, dove fa tappa Italy visits you, saremo solo spaghetti, mandolino, mamma (mammaèarrivatoilmerendero) oppure anche altro?!

lunedì 30 maggio 2011

La maratona secondo me

E' dolore, fatica, gioia, tensione, commozione, amore, amici, sudore e tante altre cose tutte insieme.

Il mattino sveglia presto, colazione abbastanza rilassati e via, verso Stadion. Già in metro sale la tensione e quando arriva il momento di incamminarsi con Manu il mio cervello è già lontano e mi rende insopportabile.
Il meteo non promette bene: nuvolo e ventoso. Nonostante questo quando il sole fa capolino opto per la maglia a maniche corte, scelta della quale mi pentirò poi.
Alle 11.30 c'è lo start del primo gruppo, noi si parte 10 minuti dopo, così c'è tempo per fare un po' d'acqua: non ho intenzione di fermarmi al cesso!
11.40: PAM! Una truppa di 10mila persone si avvia lemme lemme per Lidingövägen. Fin da subito è turbinio di gambe e una corsa a ostacoli, ma la presenza fin dai primi metri di splendidi sostenitori ci rende sorridenti.

I primi chilometri scorrono tranquilli, forse scatto un po' troppo cercando di saltare quelli molto più lenti. Le strade son larghe, ma la gente è tantissima.
All'inizio del primo passaggio su Västerbron, all'ottavo chilometro, mi sento bene e, sempre aiutato dai nostri supertifosi, lascio un po' indietro Manu.

Alcuni dei supertifosi durante un trasferimento

Le sensazioni sono buone, ma non si può esagerare, la gara è lunghissima e so che prima o poi arriveranno le difficoltà.
Un po' di km e mi sento bussare sulla spalla, Manu mi ha ripreso. Sono contento, perché da soli, col senno di poi, sarebbe stata molto dura. Alla fine del primo giro poi conosciamo e "tiriamo su" Roberto, col quale resteremo a lungo.
Arriva il secondo giro e prima di Strandvägen si gira verso Gärdet, per un lungo pezzo dove so già ci sarà pochissimo pubblico. Il vento continua a soffiare e fa freddino, mannaggiaamme che mi son cambiato prima del via...
A metà gara il tempo è buono e la stanchezza inizia a sentirsi, ma cerco di alimentarmi e di bere regolarmente. Ma pochi km dopo arrivano i temuti brutti pensieri e un po' di dolori dietro le cosce e alla gamba sinistra. Manu suda come una bestia e mi va via. Resto con Roberto e ci facciamo forza. Al 27°km intravedo Manu lontano 2-300 metri e cazzo, temo lo rivedrò solo all'arrivo. Combatto la negatività e inizio a dividere la distanza che resta alla fine in "mini-gare": arrivare ai 30, poi ai 32, poi ai 35 e così via.
Il ritmo scende leggermente e ci riuniamo al maestro di Castelbianco attorno al 30°. Mancano "solo" 12km e 195 metri all'arrivo, siamo un po' sopra la tabella delle 3h45', ma teniamo duro. La nostra claque, divisa in gruppi, continua a sostenerci e incitarci. E' sempre una botta di energia sentir urlare il proprio nome, soprattutto quando l'unico pensiero è solo "Che fatica!".
E così affrontiamo il temuto ponte per la seconda volta. Se il primo passaggio è stato facile, questa seconda ascesa è una lotta contro il dolore e un mazzo notevole. In molti camminano, ma cerco di farmi forza pensando a come sarà l'arrivo nello storico Stadion e brividi di commozione mi scuotono. Il dolore alla gamba sinistra è sempre più forte e cammino ad almeno un paio di rifornimenti consecutivi, mentre in precedenza ne avevo saltati vari.
Tra il 34° e il 37° sono in crisi totale, seguo Manu, anche lui molto stanco, e ci facciamo forza su per Torsgatan. Mancano pochi km, ma sappiamo che saranno lunghissimi e durissimi. Attorno al 37°km vengono distribuite tavolette di glucosio e uno dei ragazzini (bello vedere tanti giovanissimi coinvolti nell'organizzazione, peraltro davvero ottima) me ne molla in mano ben 3. Una via l'altra le mangio, su per l'ultima salita verso Odenplan. Qui Ivan, fratello di Manu, ci segue per parecchi metri urlando e incitandoci. Brividi, lacrime agli occhi e tanta forza. "Dai, dai, ce la facciamo!". La stanchezza è enorme, i muscoli urlano pietà, le dita del piede destro mi fanno un gran male, l'anca sinistra a volte sembra volersi bloccare, ma il tappeto del 40°km è lì.
2195 metri alla fine, in allenamento sono praticamente il riscaldamento, qui sono eterni. A 800 metri vedo Elisa, mia madre, mio padre, Davide che mi segue per alcuni metri, poi Andrea e Dani e mi viene da piangere. Il sorriso di Elisa mi fa dimenticare la fatica, il dolore, i 41km più lunghi della mia vita e scatto come un pazzo. Un folle slalom tra chi è più lento e chi cammina ed entro allo stadio con un mega sorriso stampato in faccia.
195 metri su una pista piena di storia con gli spalti gremiti. 195 metri dove non penso più, ma sento soltanto: sento la pazienza e l'amore di Elisa in questi mesi di allenamento, sento il viaggio che i miei hanno fatto per sostenermi, sento l'affetto di tanti amici, vicini e lontani, che mi hanno spinto per quasi 4h per le strade della mia nuova città, sento talmente tante cose che è impossibile spiegarle qui, manco io le ho tutte chiare.
Taglio il traguardo e so solo che ce l'ho fatta, mi scordo pure di fermare il cronometro. Sono vuoto e sono pieno, prendo la mia medaglia ricordo e aspetto Manu, che nello scatto ho lasciato indietro. Arriva e ci abbracciamo, lo ringrazio, mi ringrazia. E' un abbraccio bellissimo, intenso. Abbiamo compiuto una cosa che è per noi grandissima.
Dopo la gara, con i migliori sostenitori del mondo (per i quali i "grazie" non saranno mai abbastanza) ci rifocilliamo:

E mentre cerchiamo di dare un senso al mare di emozioni che ondeggia nelle nostre teste arrivano i tempi ufficiali: ho chiuso in 3h55m43s. L'obbiettivo delle 4h è raggiunto, ma ovviamente non posso essere soddisfatto al 100%: non sono riuscito ad arrivare nei primi 5000, sono solo 5519°...

Due parole devo spenderle per due partecipanti che manco conosco.
Il primo è l'unico partecipante della categoria "Sedia a rotelle", Kenneth Lindstedt. Ha chiuso la gara in 4h20m44s. Vi assicuro che la maratona di Stoccolma è dura e piena di saliscendi. In più il signor Lindstedt ha 63 anni, eccolo:

Il secondo che vorrei citare è tal Rolf Gerhard, tedesco di 55 anni che a Kungsträdgården, al 29°km, ha dato una facciata su un palo (il corridore di fronte a lui si è spostato all'ultimo) e nonostante la ferita

ha continuato e ha pure chiuso con un signor tempo di 3h32m51s, cioè esattamente il ritmo che tenni alla mezza maratona 3 settimane fa. Sticazzi!!!

venerdì 27 maggio 2011

Il grande giorno...

...no, non ci sposiamo e no, non aspettiamo un bambino.
Mi riferisco invece a domani, sabato 28 maggio 2011, giornata che mi vedrà partecipare alla prima maratona della mia vita, la Stockholm Marathon.
Grandi obbiettivi non ne ho, se non chiuderla e provare a farlo sotto le 4h. Domani vedremo se mesi e mesi di allenamento, interrotti anche da un infortunio, saranno serviti a qualcosa.
Certamente ho imparato a motivarmi (correre a -10°/-15° vuol dire averne proprio voglia), ho accumulato un sacco di conoscenze tecniche e ora la corsa fa parte della quotidianità.
Ma questo post è per ringraziare fin d'ora Elisa e tutti coloro che in questi mesi mi hanno sostenuto, preso in giro e sopportato. Da Elisa ho ricevuto tanta pazienza, per quando tornavo con le dita congelate, per quando la lasciavo sola per correre e per come sono insopportabile prima delle gare. Dalla splendida Polda poi ho ricevuto una maglietta che domani sarà con me, ovviamente. I miei genitori hanno approfittato dell'occasione per venirci a trovare, domani saranno lungo il percorso ad aiutarmi, con mia grande gioia. Anche Manuelito (che correrà), Andre e Dani sono qui a farci compagnia. Pare saranno della truppa anche Mauro, Paolo, DavideV e forse Kata! Un ringraziamento speciale a Lars, Giusi e Gib che non potranno esserci ma mi hanno chiamato per incoraggiarmi.
Insomma: grazie per avermi pensato, fate un piccolo sforzo e pensatemi forte ancora domani, ne avrò bisogno!
Appena possibile farò un resoconto della gara... se sopravviverò!

domenica 8 maggio 2011

Citybanan

Ovvero il futuro tunnel per il Pendeltåg che è in fase di scavo (e costruzione) e che entrerà in servizio nel 2017.
Oggi, unica giornata nel 2011, era possibile visitare alcuni dei cantieri. In pratica nel "piccolo progetto" è compreso almeno un open day all'anno, dove i cittadini vengono invitati a una visita guidata, gratuita, ai lavori. Non contento di pagare i dipendenti per il lavoro domenicale, Trafikverket offre caffé e bullar ai visitatori.
Appena ho visto l'annuncio su Metro ho pensato che sarebbe stato molto interessante e ho scritto a un po' di amici. Stamattina ci siamo ritrovati io, Elisa, Mauro, Paolo e Gilbert a Slussen e siamo scesi su Södra Mälarstrand. Arrivati all'ingresso c'era già la coda...

Ammazziamo l'attesa con tante chiacchiere e ci vengono anche offerte delle banane. Dopo un bel po' di lento avanzamento (si entrava a gruppi di venti persone circa), veniamo dotati di elmetti rossi e giubbini gialli o arancioni, giusto per non passare inosservati. Interessanti quelli per i bambini: sulla schiena avevano scritto "Da grande userò Citybanan per andare al lavoro".
Colorati e macchina fotografica in mano si parte!
La prima tappa, appena entrati, è per l'altarino a Santa Barbara, protettrice dei minatori. Qui impariamo che la tradizione di onorarla è stata importata in Svezia per via dell'alto numero di lavoratori stranieri nei cantieri.
Poi iniziamo a scendere per quello che sarà il tunnel di servizio, bello ripido. Con noi un paio di famiglie, una signora che ha preso appunti per tutta la visita e alcune anziane signore che lemme lemme si sono avventurate sotto Södermalm.

Arrivati in fondo possiamo ammirare sia il tunnel di servizio (7m*7m) che quello dove passeranno i treni (20m*15m). Qui ci viene spiegato come si svolgono i lavori di scavo e si possono ammirare i macchinari utilizzati.
Le fasi del lavoro sono riassumibili più o meno così:
1- rinforzo della roccia attorno a dove passerà il tunnel con cemento;
2- posizionamento delle cariche e poi KABOOM!;
3- "pulizia" della volta dalle rocce pericolanti;
4- rimozione delle macerie;
5- rinforzo della volta;
6- spruzzata di cemento di 5cm di spessore sulla volta.
Alcune foto:

In vari punti ci vengono date un sacco di informazioni. Riportarle tutte non si può, ma vi beccate comunque un mal di testa con quelle che seguono.
I lavori avanzano di circa 10-15 metri la settimana.
In tutto verranno usate circa 2000 tonnellate di esplosivo, ci saranno circa 5000 esplosioni. Il progetto pone molte attenzione, come praticamente tutto qui, all'aspetto ambientale: per questo i detriti verranno riutilizzati o per la costruzione di Citybanan o in altri progetti nella regione.
Una parte del tunnel sarà sott'acqua e la costruzione di questo segmento è molto affascinante e complicata. Tre pezzi di cento metri ciascuno sono in fase di preparazione, poi verranno affondati e uniti sul fondo con 78 cavi di acciaio. Solo questo pezzo avrà un costo di 1.33 miliardi di corone (circa 148 milioni di €uro).
Allo stato attuale sia la tabella di marcia che il budget sono rispettati, cosa che si fa fatica a credere se si pensa alle opere pubbliche italiane. Ah: i cantieri sono aperti dalle 7 alle 22, dal lunedì al venerdì.
Quello che mi è piaciuto in assoluto di più è l'idea stessa che all'interno di un così grande progetto venga prevista l'organizzazione di giornate così. La filosofia (a parte l'ovvio aspetto politico) è: costruiamo per i cittadini e rompiamo loro parecchio le scatole, e questo posso certificarlo, coinvolgiamoli mostrandogli cosa facciamo e magari ci vorranno un po' più bene...

Finita la visita siamo andati a vedere il plastico del progetto di rinnovamento di Slussen. Se verrà approvato entro l'anno partiranno i lavori a stretto giro di posta per cercare di avere l'opera realizzata nel 2020. Per darvi un'idea:

Insomma: Stoccolma è una città in continua evoluzione. Già ora ci sono quasi una decina di progetti che la cambieranno parecchio da qui al 2025. A me la cosa piace e conto di poter seguire tutte queste trasformazioni. Non garantisco di poter documentare come oggi eventuali lettori, ma ci proverò.

Magari in settimana scriverò anche due righe sulla mezza maratona di ieri, per ora dico solo che son contento e che il tempo (1:46.24) mi soddisfa. Tra 3 settimane la grande sfida!

martedì 3 maggio 2011

Ed ora, qualcosa di completamente diverso...

Questo blog non vuole e non può essere impersonale, perciò questo post è dedicato a 3 persone e solo a loro.

Oggi è un giorno speciale: Pietro (un quasi nipote) compie 1 anno.
E' un bambino splendido e figlio di due persone per me davvero importanti, Andrea e Bruna. Amici di sempre con i quali ho condiviso mille momenti e che sono un punto fermo della mia vita, sempre vicini anche nella distanza.

A Pietro vanno quindi i più cari auguri di buon compleanno! Ai suoi preziosi genitori un grande abbraccio, sperando che presto potrete vedere la bella Stoccolma con noi.

lunedì 25 aprile 2011

(r)esistiamo

Grazie al "Partigiano Reggiano" Boffardi sono venuto in possesso di questa immagine:

Ne voglio quindi approfittare per ricordare che oggi non era solo pasquetta, ma bensì l'anniversario della liberazione. Liberazione che non sarebbe stata la stessa senza la Resistenza, sempre meno ricordata e sempre più sotto attacco.

W il 25 aprile!!!

domenica 10 aprile 2011

Sverigelöparen

A tutti coloro che vogliono fare un po' di esercizio di svedese e inglese combinati, oggi consiglio il sito di Andrew, amico australiano trapiantato in Svezia.
Su Sverigelöparen potete leggere le fasi di preparazione, fino a oggi, dell'impresa che domani alle 9,30 va a incominciare: attraversare la Svezia dal suo punto più a sud (Smygehuk) a quello più a nord (Treriksröset) di corsa, da solo.
Andrew è un ultrarunner, l'anno scorso ha corso la Vasastafetten (90km) in meno di 9 ore. Un po' di tempo fa ha partecipato alla 6 ore di Karlstad (al chiuso, pista da 200m) facendo 66km e arrivando 6°. Si allena praticamente tutti i giorni, correndo di media un'ora e rotti.
Il suo equipaggiamento è fatto di pochi vestiti e cibo in un piccolo zaino.
Ieri sera, alla festa per i suoi 28 anni, gli abbiamo regalato alcune cose che gli verranno bene lungo la strada. Ah già, la distanza: 2400km, che conta di fare in circa 6 settimane.
Domani si inizia con 60km. Andrew cercherà di aggiornare il blog il più spesso possibile via iPhone, quindi non perdetelo d'occhio!

GO Andrew GO!!!

lunedì 28 marzo 2011

Di corsa, di incontri e... di neve

La preparazione alla Maratona di Stoccolma è stata ultimamente rallentata da un problema al ginocchio. Con un po' di riposo e nuoto sembra però che sia riuscito a risistemarmi giusto in tempo per la prima gara (10km) della stagione.
Così ieri, con santa Elisa al seguito, ho corso la Premiärmilen ("en mil" in svedese significa 10km). Percorso un pelo ondulato e condizione non al top mi hanno impedito di arrivare all'obbiettivo che avevo in mente, ma 48.55 è il mio nuovo personale sulla distanza e per ora va bene così.
Qui mentre affronto la discesa poco prima dei 5km:

La gara si svolge ogni anno a Norra Djurgården, vicino all'università. Posto molto bello, peccato che ieri fosse nuvolo e tirasse anche un vento fastidioso.
La gara poi era un bel po' affollata, in tutto circa 4000 partecipanti, che all'inizio ha significato i salti mortali per farsi strada in avanti, essendo partito molto indietro.
All'arrivo (qui un breve video, scrivendo il mio nome e cliccando su "Sök") dopo la tirata finale, ero un pelo provato. Per fortuna in foto non si vede quant'ero sudato:

Oltre a Elisa, ad accogliermi c'erano Mauro e Paolo.
Post gara, dopo aver usato un sottoscala dell'università come spogliatoio, abbiamo liberato Ratta Pignatta, l'aquilone di Mauro (spero che Paolo possa contribuire con delle foto) e poi ci siamo rifocillati al café del Naturhistoriska Riksmuseet.

E qui passiamo agli incontri.
Nelle ultime due settimane abbiamo avuto il piacere di conoscere altri tre italiani che si son trasferiti qui a Stoccolma: Sabina, Riccardo e il già citato Paolo.
I primi due sono arrivati più all'avventura di noi, dovendo entrambi imparare lo svedese da zero. Sono persone in gamba e consapevoli delle difficoltà, mi auguro davvero che la loro avventura vada bene.
Paolo è invece arrivato con un contratto, ma si è già scontrato con la burocrazia svedese. Sia ex che futuro collega di Mauro, fa parte del piano Boffardi di colonizzazione della Svezia da parte degli italiani, specialmente programmatori.
Stoccolma sempre più italiana dunque. Viene da chiedersi perché siano sempre di più le persone che decidono di cambiare vita, quantomeno di provarci, o di fare un'esperienza all'estero.

E infine la neve.
Eh sì, ieri sera, mentre eravamo davanti alla tv a vedere "Luftslottet som sprängdes" è arrivata una simpatica spruzzata di neve che ha imbiancato qua e là. Oggi è già quasi tutta scomparsa, perché di giorno fa più caldo e spesso splende il sole. Ma la sera la temperatura scende un po' sotto lo zero e le nuvole ieri ci hanno regalato qualche fiocco... Bello eh, però siamo quasi ad aprile, sarebbe ora che basta!

martedì 8 marzo 2011

Seconda citazione e un altro consiglio di lettura.

Come promesso qui riporto un altro testo da "Compagnia K" di William March, edito in Italia da Castelvecchi.

Soldato Semplice
Plez Yancey

Tanto per cambiare, ci assegnarono a un settore tranquillo, e devo dire che ce lo meritavamo. Dietro di noi c'era Pont-à-Mouson, davanti a noi scorreva la Mosella e sull'altra sponda del fiume stavano attestati i tedeschi. La sera in cui li sostituimmo nelle trincee, i francesi ci spiegarono le regole del circolo e ci pregarono di non violarle: al mattino, i tedeschi potevano scendere al fiume a fare il bagno, lavare la biancheria o raccoglier frutta dagli alberi dalla loro parte. Nel pomeriggio, dovevano scomparire e toccava a noi nuotare nel fiume, divertirci e mangiare prugne dalla nostra parte. Andava benissimo.
Un mattino i tedeschi lasciarono un biglietto di scuse avvisandoci che ci avrebbero cannoneggiati quella sera alle dieci e che lo sbarramento sarebbe durato per venti minuti. Lo sbarramento venne davvero, ma avevamo indietreggiato di un migliaio di metri e così non ci furono danni. Restammo sulle rive della Mosella per dodici deliziosi giorni e poi, con gran dispiacere, sgomberammo. Ma avevamo imparato tutti una cosa: se i comuni soldati di qualsiasi esercito potessero riunirsi sulla riva di un fiume e discutere le cose con calma, nessuna guerra durerebbe più di una settimana.

Il consiglio di lettura stavolta è "Al paese dei libri" di Paul Collins, edito da una sempre eccellente Adelphi. L'autore racconta del suo trasferimento da San Francisco a Hay-on-Wye. Pieno di citazioni, curiosità e spunti di lettura, il libro cala il lettore in un'atmosfera fuori dal tempo, tanto da far dubitare dell'esistenza di un posto così. Invece la storia è vera e il posto, il paradiso dei bibliofili, anche.
Direi che resta solo da organizzare un viaggio...

mercoledì 23 febbraio 2011

Le prime ferie svedesi

sono ormai agli sgoccioli, domani si ricomincia, anche se non a Centralen, per via di un progetto al quale ho deciso di partecipare.
Lo scorso weekend siamo stati ospiti di Emil e Nico a Göteborg.


Il meteo ci ha detto benissimo e abbiamo avuto in pratica sempre un bel sole e un cielo terso e azzurro. La temperatura è stata stabilmente attorno ai -5°, ma non ci ha impedito di fare parecchie passeggiate.
Andiamo con ordine: andata fatta col treno veloce X2000. Durante le 3 ore di viaggio il paesaggio non cambia un granché, perlomeno fino a che non ci rendiamo conto che puf! la neve è sparita. Un bel salto, visto che qui continuiamo a essere circondati dalla bianca sofficità dei fiocchi (e da lastroni di ghiaccio sui marciapiedi) .
La prima passeggiata ci porta a casa dei nostri ospiti: un piccolo appartamento vintage anni '60 davvero bello. Ecco una buona ragione per comprare casa: te la arredi un po' come cavolo vuoi!
Posati gli zaini facciamo un bel giro a Slottsskogen, gigantesco parco (uno dei tanti anche qui) in centro. Immancabile fika con relativa kladdkaka ottima e abbondante.
Sabato mattina un buon espresso (che botta di caffeina, non ci siamo più abituati) in un bar con il marchio del caffé "Genovese" in vetrina, poi pranzo con Martin e Ida e capatina nel nuovo studio di Erik e Marika. La sera si rivelerà un ottimo esercizio per lo svedese di Elisa: una truppa di una dozzina di persone (tutti svedesi esclusi noi e Nico) si muove da casa verso un locale dove trascorreremo un paio d'ore abbondanti a chiacchierare tra una birra e l'altra (e quasiquasi uno snus). Il cervello di Eli sfiora il meltdown, ma la nostra se la cava egregiamente, con i complimenti di tutti!
All'alba delle 11 di domenica ci svegliamo e via con la solita abbondante colazione svedese e poi un giro a Kviberg, caratteristico mercato delle pulci dove si può trovare di tutto e dove lo svedese è lingua fortemente minoritaria: un gran bel melting pot! Tanto che il pranzo è stato a base di langos (ungheresi) falafel (medio oriente) e una qualche salsiccia dell'est.
La sera ce ne siamo andati a vedere "True Grit" dei fratelli Coen: un gran western, vivamente consigliato a tutti voi.
L'ultimo giorno abbiamo girato per il quartiere di Haga, tra i suoi negozietti dell'usato, i suoi café, le boutique un po' "alternative" e molto originali

con insegne molto carine tipo questa

e una konditori dove fanno dei kanelbullar di dimensioni ragguardevoli. Qui mentre ci apprestiamo ad assaggiarlo sull'interregionale (oh, costava pochissimo e siamo genovesi!!!) del ritorno:

Ci sarebbe molto più da raccontare, ma mi son già dilungato troppo così...
Un grandissimo ringraziamento agli splendidi Emil e Nicoletta, è sempre un piacere vedersi, anche se capita poche volte l'anno.
Citazione d'obbligo per Giusi, che ha sfamato la Pulce durante la nostra assenza: grazie!

giovedì 17 febbraio 2011

Göteborg!

Esame fatto per Elisa, primi giorni di ferie per me, ce ne andiamo 4 giorni a Göteborg!
Gli splendidi Emil e Nicoletta ci ospiteranno e sopporteranno, la gentilissima Giusi baderà alla belva e voi tutti ci penserete amorevolmente augurandoci che ci sia bel tempo tutto il weekend, ahah, grazie!

Sono 6 anni che non visito la bella Göteborg e Elisa non ci è mai stata. L'idea originaria era di andare una settimana al caldo, a gennaio guardavo un po' di viaggi per l'Egitto, poi non se ne è fatto niente per questioni di bilancio. E meno male, visto il "casino" che c'è giù in questo momento (storico, peraltro!).
Poi si è pensato al Grande Nord, ma è saltato per varie ragioni. Così abbiamo deciso di cogliere l'occasione per sfruttare l'invito dei migliori baristi di Vesima!
Non abbiamo programmato un granché, purtroppo il museo dell'Hasselblad riaprirà la settimana prossima, ma ci sono varie cose da vedere e soprattutto ci vogliamo rilassare un po'. Sarà l'occasione per salutare anche altri conoscenti che non vediamo da un po' e scappare dalla neve, pare che ce ne sia pochissima.

Buon weekend a tutti, ci leggiamo la settimana prossima!!!

mercoledì 9 febbraio 2011

Il libraio (se mai lo son stato) consiglia

Alcuni di quelli che ci leggono sanno quello che facevamo prima di emigrare, altri no.
Io ho lavorato per 3 anni in una bella libreria indipendente di Genova, Assolibro. Gli ultimi 9 mesi li passai a Imperia, dove avevo la responsabilità di un nuovo punto vendita. Forse, ma solo forse, stavo diventando un libraio.
Sia io che Elisa abbiamo una grande passione per i libri: io li leggo, mentre lei si potrebbe dire che li divora...
Da quando ci siamo trasferiti leggiamo ahimé un po meno. Portarci su tutte le casse piene di volumi sarebbe stato un po' scomodo e qui libri in italiano non è che se ne trovino molti. Leggo anche in svedese, ovviamente, ma un po' più lentamente.
Comunque: a Natale sono passato appunto ad Assolibro e ho comprato qualche volume. Uno di questi lo sto leggendo ora ed è bello e terribile allo stesso tempo. Si tratta di "Compagnia K" di William March, edito da Castelvecchi, a cura di Dario Morgante. Sono brevissimi racconti sulla Prima Guerra Mondiale. Alcuni mi stanno colpendo in maniera particolare e ho deciso che ogni tanto ne riporto uno qui.

Caporale
Pierre Brockett

Sapevamo che di regola ai soldati in divisa non ne vendevano, ma quel bar era in periferia e forse saremmo riusciti a convincere il barista. E così entrammo tutti e tre e ci mettemmo al banco.
"Ebbene, che cosa desiderano i signori?", domandò il barista in tono cortese.
"Un rye*", dissi.
"Un rye con della birra", disse Bill Anderson.
"Io prendo uno scotch", disse Barney Fathers.
Il barista prese una bottiglia e poi la rimise giù.
"Ragazzi, avete molta fretta?", domandò.
"No", rispondemmo tutti insieme. "Oh, no, abbiamo un mucchio di tempo!".
"Benissimo", disse il barista. "Restate dove siete finché finisce la guerra e allora sarò felice di darvi da bere".

*La parola rye indica una particolare qualità di wiskey, ndr.

giovedì 27 gennaio 2011

é tornato ...

... il sole ovviamente!
Nei giorni scorsi si è tirato su quel tanto che basta per riuscire a superare la casa di fronte ed entrare dalle nostre finestre. Abitando all'ultimo piano siamo stati fra i primi a vederlo fare capolino e d'ora in avanti non farà altro che alzarsi un poco di più ogni giorno, era ora!
Come scriveva Kata a dicembre (Sfatato un mito) la paura del buio, che ci siamo portate dall'Italia, si è rivelata abbastanza infondata (nessuna depressione e tanto meno nessuna saudade del piovoso inverno genovese!). Ma è comunque bello accorgersi per caso che i raggi del sole sono tornati ad illuminare la stanza.
A dicembre forti nevicate si sono alternate a corte ma limpide giornate di sole e gennaio si è dimostrato stranamente clemente, anche per quando riguarda le temperature.
Che l'abbiano fatto apposta per aiutarmi a sopravvivere durante il primo lungo inverno svedese?!? Non ci conterei troppo, la primavera è ancora lontana, ma mi ritengo fortunata per come è andata sinora :)

mercoledì 12 gennaio 2011

Isvak

ovvero "buco nel ghiaccio".
Sabato siamo stati ospiti di Lars e Francesca, in occasione del di lui 30° compleanno.
La celebrazione è stata organizzata dallo stesso Lasse in quattro e quattr'otto e prevedeva festa a base di birra, wurstel e salsiccia, sauna e poi ancora birra.
Essendoperò il passaggio ai 30 l'idea era di fare anche il bagno nel lago ghiacciato. Così, imbracciate trivella, accetta, pala e sega, siamo andati al lago a scavare nel ghiaccio.
Ecco il risultato:


Non contenti siamo andati a farci una corsetta (prevista dal programma di Lars, che avrete capito essere un tipo un particolare).
Tornati a casa abbiamo trovato Francesca ed Elisa con i primi ospiti. La festa è così andata a incominciare e piano piano è arrivata gente. Quasi tutti svedesi, a parte un australiano per me mitico già prima di conoscerlo, di cui parlerò un'altra volta.
L'idea di grigliare gli svariati tipi di korv in riva al lago tramonta presto causa pioggia. Così ci accontentiamo del giardino di casa e via a ingurgitare cibo e birra in quantità. Gioia!
Dopo i regali e le torte (ben 3, delle quali una al cioccolato fatta da Eli, squisita) si parte alla volta della sauna. Diversi temerari (me compreso) si avviano con costume, felpa e scarpe. Sono solo 800 metri e siamo sopra lo 0, non può fare freddo!
Della sauna c'è poco da dire: se non l'avete mai fatta non sapete cosa vi perdete e mi riesce difficile spiegare come si sta a 80 gradi. Sostanzialmente si sta molto bene e sono una goduria gli "schiaffi" di calore prodotti dalle mestolate d'acqua sulle pietre calde.
Ogni tanto si esce a prendere un po' di fresco, che aiuta, e in una di queste occasioni mi caccio di schiena nella neve. Una volta fatto diventa più facile convincere Elisa, che non è che si fidi un granché, visto che devo stare lì per tirarla su in caso rimanga congelata... Niente panico: è sopravvissuta e sta ovviamente benissimo!
Qualcuno rientra e dice che Lasse e Björn hanno fatto il bagno nel lago. Non ci sono prove fotografiche, quindi almeno Lars dovrà ripetere la prova. Detto fatto:


A questo punto sia lui che Tobias, un amico, fanno la parte dei diavoletti sulla spalla e cercano di convincermi che non è così terribile. Francesca, sull'altra spalla, dice che si può fare, ma basta una volta nella vita.
Ovviamente vincono i diavoli tentatori e ci avviamo verso la buca, detta "la porta per l'inferno".
Prima salta giù Tobias, che forse voleva farsi una nuotata

Appena uscito insiste che io debba farlo, immagino che mi si leggesse in faccia che non ero proprio convinto della bontà dell'idea...

Sarà la birra, sarà la sauna, sarà che son facile da convincere, sarà quel che sarà, il risultato è che scendo quella scaletta.
Solo che la macchina fotografica fa le bizze e mi costringono a riscendere un paio di volte, senza foto non vale!

Devo dire che pensavo peggio. Appena uscito non è che fosse facile muovere i piedi per mettersi le ciabatte, però non è stato da star male come si pensa, anzi. E' una cosa che va fatta, perché davvero è difficile spiegare come ci si senta. E la rifarò di certo!

Nota a margine: questo weekend finisce nell'album degli indimenticabili non solo per il bagno nel lago, ma soprattutto perché è ufficiale che avrò l'onore e il piacere di essere il testimone di nozze di Francesca. Grazie, di cuore!